Aumenta la fiducia dei consumatori europei nel commercio elettronico (+12,4%) , specialmente negli acquisti transfrontalieri (+21,1%).
La Commissione europea pubblica oggi il c.d. Consumer conditions scoreboard 2017, ovvero uno studio sulle “condizioni” dei consumatori nell'UE. Dal rapporto emerge uno sbalorditivo aumento della fiducia dei consumatori europei nell'e-commerce, che però non va di pari passo al trend delle aziende, che restano riluttanti a vendere prodotti e servizi in altri Stati membri.
In generale
Dal 2014 le condizioni dei consumatori nell'Unione Europea sono migliorate, ma restano grandi differenze nei vari Paesi: in generale “stanno meglio” i consumatori nei Paesi nel nord ed ovest dell'UE, rispetto a quelli a sud ed est. Per valutare questo stato di “benessere” dei consumatori nell'UE il Consumer conditions scoreboard valuta tra gli altri fattori quali il livello di conoscenza da parte dei consumatori dei loro diritti, la loro fiducia nelle istituzioni, nella sicurezza dei prodotti e della risoluzione delle controversie. Questo “benessere” permette ai consumatori di fare scelte più informate e di beneficiare al meglio del Mercato unico. Lo scoreboard valuta gli stessi fattori anche dalla “controparte” dei consumatori, ovvero le aziende.
Il commercio elettronico
Il dato forse più curioso è quello legato al commercio elettronico: dallo studio in questione emerge infatti una aumentata fiducia da parte dei consumatori negli acquisti online (gli e-shoppers sono passati dal 30 al 55%), soprattutto per quanto riguarda gli acquisti da venditori di altri Paesi (+21,1%). Le aziende invece non appaiono altrettanto pronte e preparate per il Mercato Unico Digitale (solo il 20% delle aziende dell'UE vende online). A intimorire i professionisti a vendere online in altri Paesi sono soprattutto le truffe e motivi fiscali, oltre a differenze nel diritto contrattuale dei vari Paesi. I consumatori che vorrebbero acquistare da un sito di un altro Stato Membro molto spesso si devono confrontare con il rifiuto di accettare uno strumento di pagamento del loro Paese (12,8%) o di spedire il bene nel loro Paese di residenza (10,1%) o ancora di essere reindirizzati al sito internet nazionale con prezzi più alti (6,2%). Per quanto riguarda i reclami nel settore dell'e-commerce, la maggior parte di loro (34,5%) riguarda problemi legati alla consegna.
I consumatori italiani
In generale, rispetto al 2014 i consumatori italiani - assieme a quelli tedeschi e spagnoli – si trovano in una condizione migliore; altri Paesi quali Francia, Irlanda e Regno Unito hanno invece aumentato in maniera significativa il livello di benessere dei consumatori.
Nel periodo 2012-2014 la conoscenza dei consumatori italiani a proposito dei loro diritti era aumentata del 13,7% mentre è invece diminuita leggermente (-2,9%) negli anni 2014-2016. Negli ultimi due anni è invece aumentata la fiducia degli italiani nelle autorità pubbliche deputate alla tutela del mercato e nelle associazioni a tutela dei consumatori. Sempre nello stesso periodo è aumentata anche la fiducia dei consumatori italiani nei confronti delle aziende, ma in confronto agli altri consumatori europei questo dato resta uno dei peggiori (-15,3%). Anche in merito alla sicurezza dei prodotti la fiducia dei consumatori italiani è leggermente aumentata, ma a confronto europeo resta molto basso (-18,8%).
Cambiando punto di vista, ovvero, passando dalle parte delle aziende, emerge che rispetto alla media dell'UE i professionisti italiani sono meno informati a proposito dei diritti dei loro clienti, soprattutto se paragonati a quelli tedeschi, che sono i meglio informati dell'UE. In particolare per quanto riguarda la risoluzione delle controversie l'Italia registra purtroppo uno dei dati peggiori: le aziende italiane infatti sono al penultimo posto per quanto riguarda la conoscenza degli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie!
“Tutto sommato siamo abbastanza soddisfatti dei dati che riguardano l'Italia”, dice Monika Nardo, coordinatrice del Centro Europeo Consumatori Italia – ufficio di Bolzano e prosegue “Da più di vent'anni informiamo i cittadini italiani a proposito dei loro diritti di consumatori, soprattutto negli acquisti transfrontalieri e ritengo che il miglioramento della condizione dei consumatori italiani sia anche in parte riconducibile alle nostre varie attività. Ora dobbiamo concentrarci ancora di più sul fronte del commercio elettronico, ma per il futuro la collaborazione con le aziende, sarà sicuramente fondamentale”, conclude l'esperta.
Per maggiori informazioni a proposito dei loro diritti, i consumatori possono consultare il sito internet del CEC di Bolzano www.euroconsumatori.org, dove è anche possibile scaricare il Consumer Conditions Scoreboard 2017 (in inglese). Per contattare il CEC di Bolzano si può chiamare il numero 0471-980939 oppure inviare una e-mail a info@euroconsumatori.org. Ricordiamo che tutti i servizi del CEC sono gratuiti.
Comunicato stampa
Bolzano, 25 luglio 2017
In generale
Dal 2014 le condizioni dei consumatori nell'Unione Europea sono migliorate, ma restano grandi differenze nei vari Paesi: in generale “stanno meglio” i consumatori nei Paesi nel nord ed ovest dell'UE, rispetto a quelli a sud ed est. Per valutare questo stato di “benessere” dei consumatori nell'UE il Consumer conditions scoreboard valuta tra gli altri fattori quali il livello di conoscenza da parte dei consumatori dei loro diritti, la loro fiducia nelle istituzioni, nella sicurezza dei prodotti e della risoluzione delle controversie. Questo “benessere” permette ai consumatori di fare scelte più informate e di beneficiare al meglio del Mercato unico. Lo scoreboard valuta gli stessi fattori anche dalla “controparte” dei consumatori, ovvero le aziende.
Il commercio elettronico
Il dato forse più curioso è quello legato al commercio elettronico: dallo studio in questione emerge infatti una aumentata fiducia da parte dei consumatori negli acquisti online (gli e-shoppers sono passati dal 30 al 55%), soprattutto per quanto riguarda gli acquisti da venditori di altri Paesi (+21,1%). Le aziende invece non appaiono altrettanto pronte e preparate per il Mercato Unico Digitale (solo il 20% delle aziende dell'UE vende online). A intimorire i professionisti a vendere online in altri Paesi sono soprattutto le truffe e motivi fiscali, oltre a differenze nel diritto contrattuale dei vari Paesi. I consumatori che vorrebbero acquistare da un sito di un altro Stato Membro molto spesso si devono confrontare con il rifiuto di accettare uno strumento di pagamento del loro Paese (12,8%) o di spedire il bene nel loro Paese di residenza (10,1%) o ancora di essere reindirizzati al sito internet nazionale con prezzi più alti (6,2%). Per quanto riguarda i reclami nel settore dell'e-commerce, la maggior parte di loro (34,5%) riguarda problemi legati alla consegna.
I consumatori italiani
In generale, rispetto al 2014 i consumatori italiani - assieme a quelli tedeschi e spagnoli – si trovano in una condizione migliore; altri Paesi quali Francia, Irlanda e Regno Unito hanno invece aumentato in maniera significativa il livello di benessere dei consumatori.
Nel periodo 2012-2014 la conoscenza dei consumatori italiani a proposito dei loro diritti era aumentata del 13,7% mentre è invece diminuita leggermente (-2,9%) negli anni 2014-2016. Negli ultimi due anni è invece aumentata la fiducia degli italiani nelle autorità pubbliche deputate alla tutela del mercato e nelle associazioni a tutela dei consumatori. Sempre nello stesso periodo è aumentata anche la fiducia dei consumatori italiani nei confronti delle aziende, ma in confronto agli altri consumatori europei questo dato resta uno dei peggiori (-15,3%). Anche in merito alla sicurezza dei prodotti la fiducia dei consumatori italiani è leggermente aumentata, ma a confronto europeo resta molto basso (-18,8%).
Cambiando punto di vista, ovvero, passando dalle parte delle aziende, emerge che rispetto alla media dell'UE i professionisti italiani sono meno informati a proposito dei diritti dei loro clienti, soprattutto se paragonati a quelli tedeschi, che sono i meglio informati dell'UE. In particolare per quanto riguarda la risoluzione delle controversie l'Italia registra purtroppo uno dei dati peggiori: le aziende italiane infatti sono al penultimo posto per quanto riguarda la conoscenza degli strumenti alternativi di risoluzione delle controversie!
“Tutto sommato siamo abbastanza soddisfatti dei dati che riguardano l'Italia”, dice Monika Nardo, coordinatrice del Centro Europeo Consumatori Italia – ufficio di Bolzano e prosegue “Da più di vent'anni informiamo i cittadini italiani a proposito dei loro diritti di consumatori, soprattutto negli acquisti transfrontalieri e ritengo che il miglioramento della condizione dei consumatori italiani sia anche in parte riconducibile alle nostre varie attività. Ora dobbiamo concentrarci ancora di più sul fronte del commercio elettronico, ma per il futuro la collaborazione con le aziende, sarà sicuramente fondamentale”, conclude l'esperta.
Per maggiori informazioni a proposito dei loro diritti, i consumatori possono consultare il sito internet del CEC di Bolzano www.euroconsumatori.org, dove è anche possibile scaricare il Consumer Conditions Scoreboard 2017 (in inglese). Per contattare il CEC di Bolzano si può chiamare il numero 0471-980939 oppure inviare una e-mail a info@euroconsumatori.org. Ricordiamo che tutti i servizi del CEC sono gratuiti.
Comunicato stampa
Bolzano, 25 luglio 2017
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