Avviso ai consumatori: ignorate le richieste di pagamento intimidatorie dall’Estonia
A marzo di quest’anno al Centro Europeo Consumatori (CEC) di Bolzano erano pervenute alcune segnalazioni di consumatori che cercando in internet uno strumento gratuito di valutazione della propria auto usata, si erano inavvertitamente imbattuti su un sito che per il servizio chiedeva 59,50 Euro. I consumatori in questione stanno ora ricevendo delle richieste di pagamento da parte di un sedicente studio legale estone.
Per evitare un’azione legale, il signor Marco dovrebbe pagare ben 259,50 Euro: ecco cosa gli viene richiesto nella lettera che ha trovato la settimana scorsa nella buca delle lettere. Tutte questo solo perché a metà marzo era quasi casualmente finito sul sito auto-prezzo.net ed aveva indicato la targa del suo veicolo, perché voleva sapere quanto potesse valere la sua auto sul mercato dell’usato. Che l’utilizzo del sito potesse comportare un costo, lo aveva scoperto solo al momento del ricevimento della fattura da parte di una società con una casella postale negli Stati Uniti, un conto in Italia e con una lettera con il timbro postale di Tallinn, in Estonia (si veda il nostro precedente comunicato stampa). Il consumatore aveva inviato un reclamo via e-mail e non ha reagito alle ulteriori richieste di pagamento. Per alcuni mesi non ha più sentito nulla, fino alla settimana scorsa, quando ha ricevuto una lettera di “messa in mora” da parte di uno sedicente studio legale estone: al consumatore viene ora richiesto un bonifico di 259,50 Euro su un conto corrente estone.
Il CEC di Bolzano ha chiesto al CEC Estonia se lo studio legale è effettivamente noto in Estonia. I colleghi estoni hanno scoperto che la ditta è effettivamente iscritta nel registro delle imprese. Il nome del membro del consiglio di gestione i colleghi lo avevano già sentito in passato: numerosi consumatori svedesi erano finiti su un sito analogo (che non a caso era probabilmente gestito dallo stresso membro del consiglio di gestione). Nemmeno i consumatori svedesi erano stati informati in modo chiaro e comprensibile del costo del servizio e nemmeno a loro era stato data la possibilità di recedere dal contratto e anche loro avevano ricevuto richieste e solleciti di pagamento; nessuno di loro aveva però subito un’azione legale in conseguenza del mancato pagamento. Il CEC Estonia aveva a suo tempo informato l’autorità fiscale estone e per un certo periodo i consumatori svedesi non avevano più ricevuto altre intimazioni.
Ora la presunta truffa continua con una nuova denominazione e prendendo di mira i consumatori di un altro Paese Membro dell’UE. Il CEC Estonia ha tentato di contattare telefonicamente lo “studio legale”, ma a rispondere è stata una persona che con lo “studio legale” non ha nulla a che fare e che aveva già ricevuto chiamate dall’Italia, forse da parte di qualche consumatore italiano arrabbiato o intimorito.
Anche l’Autorità Garante della Concorrenza del Mercato è stata investita della questione e parrebbe che ci siano addirittura stati degli arresti di persone coinvolte.
Il CEC di Bolzano consiglia ai consumatori di non farsi intimorire dalle richieste dello “studio legale” estone e di non reagire alle richieste di pagamento. Questo caso dimostra che a volte l'Unione Europea non costituisce solo un mercato comune dei beni e dei servizi, ma che anche le pratiche commerciali sleali e le truffe non conoscono confini.
Bolzano, 18/07/2013
Comunicato stampa
Per evitare un’azione legale, il signor Marco dovrebbe pagare ben 259,50 Euro: ecco cosa gli viene richiesto nella lettera che ha trovato la settimana scorsa nella buca delle lettere. Tutte questo solo perché a metà marzo era quasi casualmente finito sul sito auto-prezzo.net ed aveva indicato la targa del suo veicolo, perché voleva sapere quanto potesse valere la sua auto sul mercato dell’usato. Che l’utilizzo del sito potesse comportare un costo, lo aveva scoperto solo al momento del ricevimento della fattura da parte di una società con una casella postale negli Stati Uniti, un conto in Italia e con una lettera con il timbro postale di Tallinn, in Estonia (si veda il nostro precedente comunicato stampa). Il consumatore aveva inviato un reclamo via e-mail e non ha reagito alle ulteriori richieste di pagamento. Per alcuni mesi non ha più sentito nulla, fino alla settimana scorsa, quando ha ricevuto una lettera di “messa in mora” da parte di uno sedicente studio legale estone: al consumatore viene ora richiesto un bonifico di 259,50 Euro su un conto corrente estone.
Il CEC di Bolzano ha chiesto al CEC Estonia se lo studio legale è effettivamente noto in Estonia. I colleghi estoni hanno scoperto che la ditta è effettivamente iscritta nel registro delle imprese. Il nome del membro del consiglio di gestione i colleghi lo avevano già sentito in passato: numerosi consumatori svedesi erano finiti su un sito analogo (che non a caso era probabilmente gestito dallo stresso membro del consiglio di gestione). Nemmeno i consumatori svedesi erano stati informati in modo chiaro e comprensibile del costo del servizio e nemmeno a loro era stato data la possibilità di recedere dal contratto e anche loro avevano ricevuto richieste e solleciti di pagamento; nessuno di loro aveva però subito un’azione legale in conseguenza del mancato pagamento. Il CEC Estonia aveva a suo tempo informato l’autorità fiscale estone e per un certo periodo i consumatori svedesi non avevano più ricevuto altre intimazioni.
Ora la presunta truffa continua con una nuova denominazione e prendendo di mira i consumatori di un altro Paese Membro dell’UE. Il CEC Estonia ha tentato di contattare telefonicamente lo “studio legale”, ma a rispondere è stata una persona che con lo “studio legale” non ha nulla a che fare e che aveva già ricevuto chiamate dall’Italia, forse da parte di qualche consumatore italiano arrabbiato o intimorito.
Anche l’Autorità Garante della Concorrenza del Mercato è stata investita della questione e parrebbe che ci siano addirittura stati degli arresti di persone coinvolte.
Il CEC di Bolzano consiglia ai consumatori di non farsi intimorire dalle richieste dello “studio legale” estone e di non reagire alle richieste di pagamento. Questo caso dimostra che a volte l'Unione Europea non costituisce solo un mercato comune dei beni e dei servizi, ma che anche le pratiche commerciali sleali e le truffe non conoscono confini.
Bolzano, 18/07/2013
Comunicato stampa
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