Chi ha qualche difficoltà economica o poco merito creditizio potrebbe decidere di cercare un finanziatore attraverso internet. Attenzione, perché sul web potrebbe essere molto difficile distinguere una proposta interessante da una truffa.
La signora Francesca deve far fronte a diverse spese personali non previste. Sui social media visualizza diverse pubblicità del tipo "Noi non rifiutiamo nessuno“ oppure "Bassi tassi d'interesse per quello che vuoi“. Su un sito internet, in particolare, legge che offrono prestiti anche a coloro che non hanno – come lei - un merito creditizio alto: tasso d'interesse al 2%, rata mensile inferiore ad Euro 200,00, nessun controllo sull'affidabilità creditizia. Felice di aver trovato forse un finanziatore, Francesca decide di chiedere chiarimenti, che inizialmente riceve via e-mail, anche se poco esaustivi.
Il soggetto contattato quasi subito si rivela essere un intermediario che mette in contatto la consumatrice con una persona privata, la signora Giovanna, cittadina francese, la quale avrebbe bonificato il prestito. Francesca viene incoraggiata a proseguire la pratica del prestito chattando tramite Whatsapp con la signora Giovanna e sempre tramite questo mezzo Francesca invia copia della sua carta d'identità e fatture della luce e del telefono. Inoltre, in tre successivi momenti, Francesca bonifica sul conto corrente tedesco di questa fantomatica signora Giovanna una somma di oltre Euro 1.500,00. A detta della signora Giovanna si tratterebbe di spese amministrative e per la gestione della pratica di credito. Per convince e tranquillizzare la signora Francesca sulla bontà del finanziamento le viene inviata anche una bozza di contratto di finanziamento.
Entro il termine concordato, Francesca non riceve però la somma promessa e iniziando a dubitare della serietà del “professionista” si rivolge al Centro Europeo Consumatori (CEC) Italia, dove le consulenti si rendono immediatamente conto che si tratta di una truffa. Analizzando il sito internet in questione ci si rende immediatamente conto che:
il finanziatore online non effettua alcun controllo sull'affidabilità creditizia. Questo aspetto non gli interessa, mentre è interessatissimo a ricevere dalla consumatrice copie dei suoi documenti personali.
Il soggetto finanziatore non aveva alcuna autorizzazione ad operare in Italia. Ogni Stato Membro dell'UE richiede infatti che i professionisti che prestano denaro siano autorizzati a fornire tale servizio dalla competente Autorità di Vigilanza. In Italia, sia gli intermediari creditizi, che i mediatori devono essere autorizzati dalla Banca d'Italia.
L'offerta ricevuta dalla consumatrice era incompleta: la normativa vigente in questo settore richiede che al consumatore sia fornita un'informazione esaustiva sulle condizioni economiche del credito, comprese le spese di gestione pratica, il tasso d'interesse ed informazioni relative al diritto di recesso. Oltretutto la proposta ricevuta dalla consumatrice conteneva errori semantici e grammaticali.
Il sito fornisce dati di contatto incompleti: esiste soltanto un modulo online ed il numero di cellulare della signora Giovanna, mentre la legge richiede un recapito di telefono fisso ed uno postale, nonché il link alla piattaforma ODR e ad un organismo alternativo di risoluzione delle controversie, solitamente un Arbitro bancario.
Il finanziatore aveva richiesto di anticipare più somme per presunte spese amministrative e di gestione della pratica, nonché per una pratica notarile. Vi è certamente da dubitare se un professionista del credito chiede denaro prima che il prestito sia approvato.
Il finanziatore online chiede di pagare le sopra menzionate spese mediante bonifico bancario su un conto corrente estero, su carte regalo o ricaricando carte prepagate: tutti sistemi di pagamento poco o per nulla tracciabili.
Gli esperti del CEC non hanno potuto fare altro che confermare alla consumatrice che si è trattato di un raggiro e di raccomandarle di presentare denuncia alla Polizia, considerando che aveva inviato copie di documenti personali e di fatture a degli sconosciuti. Questo aspetto non è da sottovalutare perché tali documenti potrebbero essere utilizzati dai truffatori per mettere in atto altre operazioni illecite.
Per maggiori informazioni è possibile contattare il Centro Europeo Consumatori Italia – ufficio di Bolzano all'indirizzo info@euroconsumatori.org o al numero 0471 980939.
Bolzano, 29 gennaio 2019
Comunicato stampa
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