Wind e Vodafone non consentono l'addebito delle fatture su conti correnti di un altro Paese dell'UE – sanzione di 800.000 euro da parte dell'AGCM per discriminazione geografica nei servizi di pagamento.
Il signor V., consumatore belga, è proprietario di una seconda casa in Italia. Per il collegamento internet utilizza i servizi di una compagnia telefonica italiana; non è però in grado di pagare le fatture attraverso un addebito sul suo conto corrente belga. Secondo il prestatore del servizio infatti, per fare ciò è indispensabile avere un conto corrente esclusivamente italiano. Per questo motivo il consumatore si rivolge al Centro Europeo Consumatori (CEC) del Belgio in quanto sa che la normativa europea in realtà vieta questo tipo di discriminazione geografica nell'uso di uno strumento di pagamento.
Il CEC del Belgio inoltra la pratica al Centro Europeo Consumatori (CEC) Italia, che contatta diverse volte l'operatore telefonico, senza mai ricevere riscontro. Per questo motivo a marzo 2018 attraverso il Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU), il CEC Italia invia una segnalazione per presunta pratica commerciale scorretta all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), in quanto il gestore telefonico si rifiutava appunto di consentire l'addebito diretto delle fatture sul conto corrente estero. Chi voleva pagare le bollette tramite addebito diretto poteva farlo soltanto se il proprio conto corrente mostrava un IBAN che iniziava con “IT”, cioè Italia.
Pochi giorni fa l'AGCM ha stabilito che la condotta posta in essere dai gestori telefonici Wind Tre e Vodafone viola il Regolamento UE sui bonifici e gli addebiti diretti in euro, Regolamento che mira ad armonizzare i servizi di pagamento nell'UE. Secondo l'AGCM i comportamenti degli operatori Wind Tre e Vodafone, non permettendo ai clienti con IBAN estero di far addebitare le bollette telefoniche sul proprio conto corrente, ostacolano tale scopo. Per questo motivo l'Autorità ha vietato la continuazione di questi comportamenti e irrogato agli operatori una sanzione amministrativa di 800.000 euro a testa.
“Auspichiamo che tutti gli operatori si adeguino quanto prima a quanto statuito dall'AGCM”, afferma Monika Nardo, coordintrice del CEC Italia – ufficio di Bolzano, che si è occupata del caso. “Attualmente il nostro Centro sta seguendo diverse altre pratiche identiche a quella del signore belga”, aggiunge Julia Rufinatscha, consulente legale del CEC, sperando che i casi aperti si possano a breve risolvere positivamente.
Per maggiori informazioni ed assistenza su questioni di consumo transfrontaliero all'interno dell'UE, Islanda e Norvegia potete contattare il Centro Europeo Consumatori Italia – ufficio di Bolzano scrivendo a info@euroconsumatori.org oppure al numero 0471 980939.
Il CEC del Belgio inoltra la pratica al Centro Europeo Consumatori (CEC) Italia, che contatta diverse volte l'operatore telefonico, senza mai ricevere riscontro. Per questo motivo a marzo 2018 attraverso il Centro Tutela Consumatori Utenti (CTCU), il CEC Italia invia una segnalazione per presunta pratica commerciale scorretta all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), in quanto il gestore telefonico si rifiutava appunto di consentire l'addebito diretto delle fatture sul conto corrente estero. Chi voleva pagare le bollette tramite addebito diretto poteva farlo soltanto se il proprio conto corrente mostrava un IBAN che iniziava con “IT”, cioè Italia.
Pochi giorni fa l'AGCM ha stabilito che la condotta posta in essere dai gestori telefonici Wind Tre e Vodafone viola il Regolamento UE sui bonifici e gli addebiti diretti in euro, Regolamento che mira ad armonizzare i servizi di pagamento nell'UE. Secondo l'AGCM i comportamenti degli operatori Wind Tre e Vodafone, non permettendo ai clienti con IBAN estero di far addebitare le bollette telefoniche sul proprio conto corrente, ostacolano tale scopo. Per questo motivo l'Autorità ha vietato la continuazione di questi comportamenti e irrogato agli operatori una sanzione amministrativa di 800.000 euro a testa.
“Auspichiamo che tutti gli operatori si adeguino quanto prima a quanto statuito dall'AGCM”, afferma Monika Nardo, coordintrice del CEC Italia – ufficio di Bolzano, che si è occupata del caso. “Attualmente il nostro Centro sta seguendo diverse altre pratiche identiche a quella del signore belga”, aggiunge Julia Rufinatscha, consulente legale del CEC, sperando che i casi aperti si possano a breve risolvere positivamente.
Per maggiori informazioni ed assistenza su questioni di consumo transfrontaliero all'interno dell'UE, Islanda e Norvegia potete contattare il Centro Europeo Consumatori Italia – ufficio di Bolzano scrivendo a info@euroconsumatori.org oppure al numero 0471 980939.
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