Nelle ultime settimane al Centro Europeo Consumatori (CEC) di Bolzano sono pervenute alcune segnalazioni di consumatori che cercando in internet uno strumento gratuito di valutazione della propria auto usata, hanno cliccato su un link inserito in una pubblicità non chiaramente contrassegnata e si sono inavvertitamente imbattuti su un sito che per il servizio chiede 59,50 Euro.
Il signor Marco non ha intenzione di vendere la sua Mercedes, ma è curioso di sapere quanto vale in questo momento. Non gli va di spendere soldi per l'acquisto di una rivista specializzata ed è sicuro di trovare la risposta in internet e gratis. Il signor Marco digita nel motore di ricerca "valutazione auto gratuita" e gli appare una serie infinita di siti. Clicca su un link che lo porta ad un sito gratuito che però contiene un altro link ancora ed inavvertitamente il signor Marco finisce su un altro sito, quello di auto-prezzi.net. Compare una maschera per inserire alcuni dati: la targa del veicolo, i chilometri percorsi, un numero di cellulare, un indirizzo e-mail. Non viene richiesto di indicare il proprio nome o indirizzo di casa, ma non viene nemmeno richiesta la data dell'immatricolazione e la marca e tutti gli altri dettagli sul modello, ovvero dei dati imprescindibili per poter valutare sommariamente un veicolo. Il signor Marco, convinto che questi dati saranno richiesti nella prossima schermata, clicca su "valutazione start", ma non c'è nessuna seconda schermata. Gli arriva invece una e-mail con una fattura di 59,50 Euro per il servizio di cui avrebbe usufruito.
Il signor Marco cade dalle nuvole e torna sul sito e solo ora si accorge che sulla pagina della maschera per inserire i dati, sul lato destro si parla del prezzo. Il signor Marco si ricorda che per i contratti conclusi a distanza c'è la possibilità di recedere dal contratto entro 10 giorni lavorativi e quindi va in cerca dell'indirizzo a cui inviare la lettera di recesso. Nelle condizioni contrattuali trova però una clausola davvero inusuale: il recesso è possibile solo entro 20 minuti dalla registrazione e va effettuato on-line. È vero che il codice del consumo dispone che in alcuni casi il diritto di recesso è escluso, ad esempio se si tratta di servizi la cui esecuzione sia già iniziata con il consenso del consumatore, o, salvo diverso accordo, per i beni confezionati su misura o personalizzati. Tuttavia il prezzo e l'esistenza del diritto di recesso o la sua esclusione, sono fra le informazioni che al consumatore debbano essere fornite in modo chiaro e comprensibile utilizzando un mezzo adeguato alla tecnica di comunicazione impiegata una serie di informazioni.
Anche se non li ha mai indicati, i gestori del sito conoscono i dati del signor Marco, il nome, il codice fiscale, l'indirizzo, ed ogni singolo dato relativo alla vettura: il numero di telaio, la potenza, la data d'immatricolazione, la data in cui ha acquistato la vettura dal primo proprietario e quanto ha pagato, ecc. Infatti, dalla targa che il signor Marco aveva inserito, i gestori del sito sono risaliti ai dati inseriti nel pubblico registro automobili, e qualche giorno dopo con la posta - in una busta spedita addirittura da Tallinn in Estonia - arrivano "l'attestato di certificazione" e la fattura. La società dichiara di aver sede negli Stati Uniti, ma il pagamento può essere fatto su un conto corrente italiano, mentre il sito è invece registrato in Olanda. Il CEC ha consigliato al signor Marco di non farsi intimorire dalle fatture e dai solleciti di pagamento.
Il CEC consiglia di leggere sempre attentamente le condizioni generali del contratto prima di accettarle spuntando la relativa casella, in particolare la parte relativa ai costi del servizio, la durata del contratto e il diritto di recesso. PrendeteVi il tempo per leggere tutte le clausole. Ogni consumatore dovrebbe fare particolare attenzione quando visitando un sito internet apparentemente gratuito gli viene richiesto di inserire dei dati non pertinenti al servizio apparentemente offerto (in questo caso la targa, il numero di telefono, indirizzo e-mail, ma anche in altri casi il nome, la data di nascita e via dicendo), una maschera di inserimento dei dati può essere sintomatica di un servizio a pagamento. Se non si ha la sicurezza al cento per cento della gratuità dell'offerta è meglio abbandonare il sito in questione, evitando di inserire dati, per evitare spiacevoli sorprese.
Bolzano, 26/03/2013
Comunicato stampa
Il signor Marco cade dalle nuvole e torna sul sito e solo ora si accorge che sulla pagina della maschera per inserire i dati, sul lato destro si parla del prezzo. Il signor Marco si ricorda che per i contratti conclusi a distanza c'è la possibilità di recedere dal contratto entro 10 giorni lavorativi e quindi va in cerca dell'indirizzo a cui inviare la lettera di recesso. Nelle condizioni contrattuali trova però una clausola davvero inusuale: il recesso è possibile solo entro 20 minuti dalla registrazione e va effettuato on-line. È vero che il codice del consumo dispone che in alcuni casi il diritto di recesso è escluso, ad esempio se si tratta di servizi la cui esecuzione sia già iniziata con il consenso del consumatore, o, salvo diverso accordo, per i beni confezionati su misura o personalizzati. Tuttavia il prezzo e l'esistenza del diritto di recesso o la sua esclusione, sono fra le informazioni che al consumatore debbano essere fornite in modo chiaro e comprensibile utilizzando un mezzo adeguato alla tecnica di comunicazione impiegata una serie di informazioni.
Anche se non li ha mai indicati, i gestori del sito conoscono i dati del signor Marco, il nome, il codice fiscale, l'indirizzo, ed ogni singolo dato relativo alla vettura: il numero di telaio, la potenza, la data d'immatricolazione, la data in cui ha acquistato la vettura dal primo proprietario e quanto ha pagato, ecc. Infatti, dalla targa che il signor Marco aveva inserito, i gestori del sito sono risaliti ai dati inseriti nel pubblico registro automobili, e qualche giorno dopo con la posta - in una busta spedita addirittura da Tallinn in Estonia - arrivano "l'attestato di certificazione" e la fattura. La società dichiara di aver sede negli Stati Uniti, ma il pagamento può essere fatto su un conto corrente italiano, mentre il sito è invece registrato in Olanda. Il CEC ha consigliato al signor Marco di non farsi intimorire dalle fatture e dai solleciti di pagamento.
Il CEC consiglia di leggere sempre attentamente le condizioni generali del contratto prima di accettarle spuntando la relativa casella, in particolare la parte relativa ai costi del servizio, la durata del contratto e il diritto di recesso. PrendeteVi il tempo per leggere tutte le clausole. Ogni consumatore dovrebbe fare particolare attenzione quando visitando un sito internet apparentemente gratuito gli viene richiesto di inserire dei dati non pertinenti al servizio apparentemente offerto (in questo caso la targa, il numero di telefono, indirizzo e-mail, ma anche in altri casi il nome, la data di nascita e via dicendo), una maschera di inserimento dei dati può essere sintomatica di un servizio a pagamento. Se non si ha la sicurezza al cento per cento della gratuità dell'offerta è meglio abbandonare il sito in questione, evitando di inserire dati, per evitare spiacevoli sorprese.
Bolzano, 26/03/2013
Comunicato stampa
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