Le precauzioni da adottare per acquistare prodotti in sicurezza, anche con l'aiuto di uno strumento online della Commissione Europea
Per essere vendute in Unione Europea, le mascherine devono possedere la certificazione di conformità europea CE, garanzia dell’efficacia dei dispositivi per la protezione individuale (dpi). Tuttavia sono emersi fondati timori che alcune delle mascherine in commercio non rispettino i criteri della classificazione FFP2, nonostante la marchiatura CE: non proteggerebbero quindi le persone quanto dovuto.
Sono all’ordine del giorno notizie che riguardano sequestri di lotti di mascherine; per esempio, giovedì 25 marzo c’è stato un sequestro preventivo da parte della Guardia di Finanza di Riva del Garda (TN) per 1,2 milioni di euro di mascherine che altrimenti sarebbero state vendute sul territorio del Trentino - Alto Adige.
Ha inoltre destato particolare clamore sulla stampa nazionale la segnalazione di un’impresa altoatesina che si occupa di import-export tra Italia e Cina, rimasta anonima, che, dopo aver condotto dei test su una serie di mascherine FFP2 in vendita avrebbe riscontrato che molte di queste non rispettino i criteri di sicurezza minimi, nonostante la maggior parte di queste mascherine presentassero regolarmente la marchiatura comunitaria CE 2163 (marchio con cui erano registrate diverse mascherine delle quali anche presso il nostro ufficio è arrivata la pubblicità).
In particolare, il marchio CE 2163 è emesso dalla Universal Certification di Istanbul, un’azienda turca che, sempre rispettando le direttive europee, si appoggia a dei laboratori di prova in Cina, grazie ai quali riesce a emettere molte più certificazioni rispetto alla concorrenza. Secondo quanto riportato da NANDO, la banca dati delle certificazioni dell’Unione Europea, il marchio CE 2163 è correttamente registrato e non mostra di per sé irregolarità. Ciò desta ancora più preoccupazione, perché per i consumatori diventerebbe ancor più difficile orientarsi, se neppure il marchio CE – da solo – dovesse rivelarsi sufficiente per garantire al 100% la sicurezza dei prodotti. A maggior ragione essendo il marchio CE 2163 uno dei più diffusi in assoluto tra le mascherine vendute in Italia.
Le indagini da parte degli Organismi Antifrode UE sono in corso, ma nel frattempo resta il dubbio su quali siano i dettagli per riconoscere se sono rispettati i criteri di classificazione. E quindi per poter essere il più possibile sicuri di avere una protezione adeguata.
Come si fa a capire se la propria mascherina FFP2 sia a norma e cosa va verificato prima dell'acquisto?
Esiste innanzitutto un tool online della Commissione Europea, uno strumento, cioè, che aiuta a chiarirsi le idee sull’affidabilità della propria mascherina FFP2.L’iter per la verifica richiede pochi clic, visitando il sito del database NANDO.
1. Si inserisce il numero a quattro cifre (es. “2163”) che si trova accanto al marchio CE, nella casella «Keyword On Notified body number».
2a. Appare il nome dell’ente che ha rilasciato la certificazione.
2b. Se non appare il nome, verificare al link https://www.inail.it/cs/internet/attivita/ricerca-e-tecnologia/certificazione-verifica-e-innovazione/validazione-in-deroga-dpi-covid19.html che non sia presente negli elenchi dei dispositivi validati in deroga dall’Inail ai sensi del decreto Cura Italia del 17 marzo 2020.
3. Cliccando sul nome indicato, è bene assicurarsi che nella scheda “Legislations” compaia la dicitura relativa al «Personal protective equipment».
4. Controllare che nel corrispondente file Html o Pdf sia riportata la voce “Equipment providing respiratory system protection”. È la garanzia che il materiale che si ha tra le mani è stato validato da un’agenzia autorizzata dall’Unione Europea a rilasciare certificazioni per dispositivi di protezione delle vie respiratorie.
Verificare attraverso il tool chi sia l'ente certificatore. È indispensabile che sia autorizzato, ma non è sufficiente, come visto, a garantire la massima efficacia del prodotto, specialmente quando si compra online. È imprescindibile, infatti, che il venditore, oltre alla certificazione, indichi chiaramente anche chi è il produttore della mascherina.
Se manca il marchio CE o il numero indicato non trova corrispondenza con quelli registrati dalla Commissione Europea, se sono mancanti o poco chiare le informazioni relative al produttore, è dunque sempre bene evitare l'acquisto e rivolgersi a un altro venditore.
"Oltre a queste attenzioni specifiche, devono essere sempre adottate anche tutte le precauzioni valide per ogni acquisto online", avverte Stefano Albertini di Conciliareonline.it, "come verificare l'identità del venditore, che siano forniti contatti e condizioni di vendita complete ed utilizzare metodi di pagamento tracciabili e sicuri".
Anche l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) sì è nel frattempo mossa per bloccare pratiche commerciali scorrette di siti che vendevano mascherine FFP2 non conformi a quanto pubblicizzato, in termini di caratteristiche qualitative e tecniche, certificazioni/validazioni e provenienza e non disponibili per la consegna entro i tempi indicati.
Mentre le Autorità preposte svolgono i doverosi accertamenti, adottare tutte queste precauzioni contemporaneamente è fondamentale e ci consente comunque di ottenere un elevato grado di sicurezza nell'acquistare questo indispensabile dispositivo di protezione.
A prescindere dal modello acquistato, poi, si ricorda che la durata di una mascherina FFP2 è di circa 8 ore consecutive. Poi va cambiata. Inoltre si può riconoscere se sia riutilizzabile oppure no, leggendo sul prodotto la dicitura “R”, riutilizzabile, o “NR”, non riutilizzabile.
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