Le segnalazioni di casi di finto trading online continuano senza sosta. Per difendersi, ogni consumatore deve diventare R.A.P.A.C.E., l’acronimo che contiene i consigli del CEC Italia
Tutto inizia con una telefonata inaspettata, con cui una voce cordiale propone degli investimenti dai rendimenti alti, un’occasione unica: l’investimento iniziale è di soli 250,00 €. Chi si lascia convincere, si iscrive a piattaforme di trading online fittizie. La vittima accetta di scaricare dei software, con cui i truffatori, con la scusa di guidare il malcapitato nell’investimento, ottengono libero accesso da remoto al suo computer. Così i consumatori finiscono per trasferire somme di denaro, anche ingenti, su wallet di criptovalute fasulli, con operazioni eseguite direttamente dal finto broker. Il consumatore inizialmente è molto seguito e riceve molte telefonate e messaggi whatsapp. Appena chiede il riaccredito delle somme investite, la musica però cambia: il truffatore inizia ad accampare varie scuse per non restituire le somme e poi sparisce. Il risultato finale è sempre lo stesso: i risparmi sono andati in fumo.
Ma Il CEC Italia sa che, purtroppo, non è finita qui. Spesso, infatti, arrivano segnalazioni di consumatori che diventano bersaglio di due ulteriori fasi della frode. Ad alcuni mesi di distanza, le vittime vengono ricontattate da presunti professionisti, specializzati nel recuperare somme perse con il trading online. Tali esperti fasulli riferiscono che i soldi sarebbero stati “ritrovati nella Blockchain” o che sarebbe stato “ritrovato un conto in una banca estera”. Per recuperarli viene chiesto un pagamento anticipato di spese, commissioni e tasse. I frodatori fanno leva sui sensi di colpa del risparmiatore e sulla sua speranza di recuperare qualcosa delle ingenti somme svanite. Chi si lascia convincere, però, non rivedrà un euro e perderà immancabilmente anche gli eventuali ulteriori importi versati.
Neppure a questo punto, tuttavia, i truffatori si accontentano e fanno scattare un’ulteriore fase del raggiro. Gli stessi consumatori vengono contattati per una terza volta, da presunti direttori generali di una fantomatica Autorità di Vigilanza, che riferiscono di aver sequestrato ai broker truffaldini i proventi della frode. Anche in quest’occasione vengono richieste tasse e commissioni per riottenere una parte di quanto perso: si tratta però soltanto di un nuovo tranello per spillare altro denaro.
Rebecca Berto, consulente legale del CEC Italia, spiega che “per difendersi da tali frodi occorre trasformarsi in un investigatore da salotto e ricordarsi dell’acronimo R.A.P.A.C.E., ossia:
- R per rendimenti allettanti: ovvero quelli promessi dai truffatori; peccato che si tratti sempre di rendimenti irrealistici o collegati a prodotti finanziari speculativi caratterizzati da un sistema di leve;
- A per adulazione /amicizia: i frodatori telefonano e inviano frequenti messaggi ai risparmiatori al fine di creare nelle persone un falso senso di confidenza e sicurezza;
- P per prova sociale: alle vittime più scettiche vengono inviate recensioni false, finte dichiarazioni di personaggi famosi o documenti apparentemente ufficiali che proverebbero la serietà (in realtà inesistente) dei promotori finanziari coinvolti. Tali affermazioni vanno sempre verificate in modo autonomo sul sito della CONSOB (Commissione nazionale per le società e la Borsa);
- A per accesso da remoto: i truffatori quando chiedono versamenti in criptovalute, fanno scaricare al risparmiatore un software per poter accedere ai dispositivi ed aiutare con le transazioni. Lo scopo in realtà è quello di accedere al conto bancario e alle carte di credito delle vittime;
- C per contatti non richiesti: generalmente i truffatori telefonano del tutto inaspettatamente, ma il contatto può avvenire anche attraverso e-mail o social media, siti d’incontri online o tramite passaparola o persino di persona a dei seminari. È bene essere sempre diffidenti;
- E per esclusività: spesso i truffatori fanno credere al malcapitato di essere il fortunato destinatario di un’opportunità di investimento unica ed irripetibile: in realtà si tratta solo di una tattica per agganciare la vittima.
Se venite contattati da presunti promotori finanziari, imparate a diffidare quando si presentano le situazioni descritte: meglio lasciar perdere! Chi si fida rischia di perdere per sempre i propri risparmi, come purtroppo è successo a tanti consumatori che si sono rivolti al CEC Italia, con perdite che talvolta superavano il milione di Euro”.
Bolzano, 17 Maggio 2023
Comunicato stampa
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